Cultura

Ma c’è anche l’usato che costa più del nuovo

Un acquisto due volte “utile”, al Cash Converters di Milano. Nei mercatini dell’usato si risparmia e si fa del bene all’ambiente e alla società. di Fabrizio Cellai

di Redazione

Tra ecologia e business il passo è breve. E se ne sono accorti in molti oramai. C?è chi recupera e rivende oggetti usati all?insegna della solidarietà. Come il ?Triciclo? di Torino, o la cooperativa sociale ?Amici dello Scarto? di Brescia, che dà lavoro a 18 persone, tra cui extracomunitari e carcerati, fattura oltre 800 milioni e gestisce 11 stazioni ecologiche per la raccolta differenziata nel Bresciano. Mani Tese e Emmaus invece hanno aperto mercatini in tutt?Italia per finanziare progetti nei Paesi in via di sviluppo. Un?altra esperienza originale è quella creata a Milano dall?associazione ?Comunità e famiglia? : 25 famiglie (120 persone) vivono in due grandi case di periferia accogliendo ragazzi a rischio ed ex-detenuti e si mantengono con la raccolta e rivendita di oggetti usati. Da vent?anni sono punto di riferimento per i servizi sociali a Milano. Ma accanto ai mercatini della solidarietà troviamo iniziative che con l?usato hanno instaurato un rapporto tutto commerciale. Come i cento magazzini sparsi per l?Italia sotto l?etichetta ?Il Mercatino srl?: negozi dove si possono lasciare i propri oggetti in conto vendita. Il ricavato verrà diviso tra il vecchio proprietario e il negoziante. Per le mamme, invece, nascono negozi dove trovare vestiti per bambini, passeggini, giocattoli, box. Come Baby 2000, a Milano. Dice la titolare: ?Le mamme mi portano i vestitini dei loro bambini, io li rivendo e dò loro una percentuale. Un?idea non certo originale: a Milano molti i negozi hanno sposato questa formula dl compra vendita?. Ma l?idea dell?usato, soprattutto nell?abbigliamento giovanile, è anche questione di tendenza. Ami i colori sgargianti degli anni ?60 o le divise dei marines? Niente paura, ogni città ha i suoi negozi specializzati. A Torino, ?Lo zio d?America? è aperto da 18 anni. «Da noi», confida Ornella, la nuova proprietaria, «si possono trovare capi d?abbigliamento originali che, tramite grossisti, importiamo dagli Stati Uniti o da città come Londra dove la tradizione dell?usato è ben radicata. Jeans, gonne coloratissime, scarpe e giubbotti in pelle che non si trovano più da nessun?altra parte. I nostri clienti sono soprattutto musicisti, artisti, giovani cosiddetti alternativi, ma anche registi che devono allestire set cinematografici?. Si tratta, in questo caso, di un usato d?importazione ricercato e selezionato dove talvolta i prezzi superano quelli dei capi nuovi. Ma è un mercato che va a gonfie vele: negli ultimi anni, solo a Torino, sono nati altri tre negozi dl questo tipo.


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